L’antipapa scomunicato Paolo VI, massone e satanista. (En Italiano)

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Message  Javier Sam 01 Juin 2019, 6:28 am

*Nota de Javier: Mis queridos hermanos en Cristo Jesús y María Santísima, Dios acaba de descubrirme un auténtico tesoro, una muy agradable sorpresa. Casualmente estaba yo buscando información en internet sobre el Rev. P. Luigi Villa, valiente e infatigable defensor de la Iglesia y encargado personalmente por Su Santidad el Papa Pío XII del estudio exhaustivo y la exposición de la Francmasonería eclesiástica a todos los niveles, cuando he aquí que mi búsqueda me ha llevado a este impresionante y muy grato hallazgo. Aparentemente, el P. Villa tenía un pequeño grupo de seguidores fieles en su Italia natal, y lo que es mejor, se trata de verdaderos católicos sedevacantistas como nosotros, que no temen exponer y desenmascarar a toda la tropa de demonios infiltrados en la Iglesia. Así que, DEO GRATIAS ! Disfrutad de la lectura de este documento IMPRESCINDIBLE sobre la verdadera y siniestra figura del mayor hereje y enemigo de Ntro. Señor Jesucristo, el causante principal de la mayor parte de los males que hoy nos azotan, probablemente el más temible precursor del Anticristo, el miserable y repugnante Montini-Pablo 6, el cual vio realmente el rostro de Satán y trabajó activamente para destruir a la Santa Iglesia Católica y fundar en su lugar una pestilente y criminal secta herética y apóstata, "digna" esposa del impío Anticristo, el cual se encuentra ciertamente a las puertas y cuya manifestación aguardamos ya con espanto y horror, pero también con una confianza absoluta y una esperanza inquebrantable en Dios Todopoderoso, pues sabemos que todo esto ha sido ya profetizado y que nos conviene pasar por esta terrible prueba final para ser definitivamente purgados y purificados de nuestras culpas, y poder así presentarnos sin mácula ante la Santísima Trinidad, la Bendita Virgen María y todos los ángeles y santos ante el divino trono. AMDG !!!


L’antipapa scomunicato Paolo VI, massone e satanista.

A cura del Centro Internazionale di Sedevacantismo Totale


PARTE 1 - BIOGRAFIA

Antipapa Paolo VI
(Concesio, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo, 6 agosto 1978).


Fu il 46° antipapa nella storia della Chiesa; omosessuale, eretico
modernista, apostata, massone di alto grado, co-fondatore della
controchiesa anticristica, detta da alcuni “chiesa conciliare”,
nata dall’invalido ed eretico conciliabolo Vaticano del 1962-1965
(conosciuto da alcuni come “concilio Vaticano II”)
. Fu eletto
invalidamente
al conclave del 1963 (il 21 giugno 1963).
Appartenente ad una famiglia di ascendenza ebraica, Giovanni
battista Montini operò anche come collaboratore sia dell’OSS
(servizio segreto statunitense) e della CIA, sia per il KGB
comunista.


CONTINUARÁ...

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Message  Javier Dim 02 Juin 2019, 5:50 am

1897-1939

Nato il 26 settembre 1897 a Concesio (in provincia di Brescia), da
Giorgio Montini, avvocato e deputato, e Giuditta Alghisi. Nel 1903 iniziò
gli studi dai Gesuiti, come studente esterno, e nel 1916 iniziò a studiare
al seminario di Brescia, come studente esterno. Praticamente non è
mai vissuto in seminario, ma a casa propria, e si recava in seminario
solo per dare gli esami, e al massimo seguire qualche lezione. Dunque,
un anomalo ‘privilegiato’ che aveva appoggi massonici tra alcuni
membri del clero, che lo favorivano.

Il 29 maggio 1920, venne ordinato sacerdote da mons. Giacinto Gaggia,
e poco dopo si trasferì a Roma, studiando Diritto civile e Diritto
canonico alla Pontificia Università Gregoriana, e Lettere all’Università
statale. Nel 1923, iniziò gli studi diplomatici presso la Pontificia
accademia ecclesiastica, divenendo anche collaboratore della
Segreteria di Stato vaticana.

Sempre nel 1923, venne inviato come addetto alla nunziatura
apostolica di Varsavia
, ma vi rimase per soli cinque mesi
(giugnno-ottobre 1923).

Tornato a Roma, dopo pochi mesi, nel 1924, conseguì tre lauree: in
filosofia, diritto canonico e diritto civile.

Nel 1925 venne nominato assistente ecclesiastico nazionale della FUCI,
mostrando ben presto la sua tendenza modernista e comunista.
Alcuni ecclesiastici se ne accorsero, e nel 1933 fu costretto a dare le
dimissioni dall’incarico.

“Nel 1933, però, un Padre gesuita, responsabile delle Congregazioni
Mariane, “ravvisò nell’apostolato di mons. Montini nella FUCI uno
sconfinamento disturbante nell’ambito dei propri associati. Se ne
lamentò col card. Francesco Selvaggiani, Vicario del Papa per la diocesi
di Roma. Ne nacque una denuncia contro Montini. Scoppiò tutto un
pettegolezzo curiale e una polemica, come se Montini fosse stato un
ambizioso, un imprudente accentratore”.
Montini fu costretto a dare
le dimissioni
, che furono operative il 12 marzo 1933. (Cfr. Carlo Cremona,
“Piccola biografia di Paolo VI”, Grafica 7, Bagnolo Mella (BS) 1977, pp. 45-46.)


Il 13 dicembre 1937, Montini fu nominato sostituto della Segreteria di
Stato
, cominciando a lavorare all’ombra del Segretario di Stato, il
cardinale Eugenio Pacelli
, ignaro della reale identità di
Giovanbattista Montini
, apostata massone, e quindi scomunicato,
secondo le leggi immutabili della Chiesa, che condannano alla
scomunica “ipso facto” (automatica), chiunque entra nella massoneria,
come nel caso di Giovanni Battista Montini, divenuto massone negli
anni ’20, come verrà spiegato nelle pagine seguenti.

“Per i 30 anni in cui egli lavorò alla Santa Sede, mons. Montini non fu
mai apprezzato dai funzionari di Curia o dal loro personale.
Il
card. Nicola Canali, capo dell’Amministrazione Vaticana, non
nascondeva la sua profonda avversione per il giovane
diplomatico.


Anche mons. Ottaviani (più tardi cardinale), che tendeva essere apolitico,
nutriva un’antipatia per il giovane Montini.



CONTINUARÁ...

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Message  Javier Lun 03 Juin 2019, 9:25 am

Alcuni membri della gerarchia italiana, deploravano i fanatici sentimenti anti-fascisti e filo-comunisti di don Montini, che il giovane diplomatico non si curava neppure di nascondere. Alcuni Vescovi erano afflitti da ciò che essi percepivano come la sua totale mancanza di patriottismo per la sua patria nativa; "in verità Montini non aveva mai mostrato alcuno scrupolo nel tradire la sua Patria e il suo popolo a favore degli Inglesi, dei Sovietici e degli Americani, durante la Seconda Guerra Mondiale”. (Cfr. Howen Chadwick, “Britain and The Vatican During the Second Word War”, London: Cambridge Univeristy Press, 1986, p. 265. Secondo lo storico britannico Chadwick, non vi era alcun dubbio che Montini fu uno strumento nell’assicurare un copia dei dettagli dell’Armistizio Italiano a Londra. Vedi anche: Anthony Rhodes, “The Vatican in the Age of Dictators”).

“Il Ministro della Giustizia italiano, Roberto Farinacci, sosteneva che era di dominio pubblico il fatto che Montini era l’amico dei nemici dell’Italia. Ed egli aveva ragioni valide per affermarlo”. (ibid., pag. 82).

“Essere nello stesso letto con uno, era come essere nello stesso letto con tutti e tre; una verità che Montini cominciò ad apprezzare quando divenne Papa Paolo VI» (Cfr. Peter Ebblethwaite, “John XXIII – Pope of the Century” New York Continuum, 1984. Ebblethwaite, un ex gesuita, lasciò il sacerdozio e si sposò. Egli fu un impiegato per gli Affari Vaticani per il National Catholic Reporter per più di 16 anni. Egli morì ad Oxford, in Inghilterra, il 18 dicembre 1994.).

Dagli archivi del Ministero degli Interni italiano, risulta che l’Assistente ecclesiastico nazionale della FUCI, mons. Montini, era stato sorpreso, “con persona di pari sesso, in un pubblico vespasiano compiendo atti osceni contro il buon costume”.

Nel 1934, Montini si prese una vacanza per recarsi in Inghilterra e Scozia, in compagnia del siciliano mons. Mario Rampolla del Tindaro, pronipote del Card. Mariano Rampolla, Segretario di Stato di Leone XIII e la cui segreta identità fu scoperta alla sua morte, nel 1913, quando dei documenti personali lo esposero come il capo dell’Ordo Templis Orientis (O.T.O.), la potentissima organizzazione, dedicata alla corruzione di alte personalità, che portava tutte le società segrete sotto un solo centro direttivo, dominato dagli Illuminati di Baviera.

CONTINUARÁ...

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Message  Javier Ven 07 Juin 2019, 2:59 pm

*Advertencia: Las siguientes líneas tratan acerca de las repugnantes relaciones contra naturam del odioso Montini-Pablo 6. Recomiendo a los lectores cautela, dado que es un tema bastante escabroso y desagradable.


Robin Bryans scrisse: «Si ricorda che Hugh Montgomery era il
fratello del famoso artista Peter Montgomery, da lungo tempo partner
omosessuale della spia di Cambridge Anthony Blunt (passata poi in campo
sovietico). (…). Verso la metà degli anni 1930, Hugh Montgomery, in
Vaticano, divenne l’Incaricato d’Affari sotto Sir Alec Randall, il
rappresentante britannico presso la Santa Sede.
Fu qui che Hugh
incontrò un pari livello e giovane diplomatico italiano, che si stava facendo
strada, mons. Battista Montini che, come si diceva, condivideva le
stesse tendenze sessuali di Hugh; e i due uomini ebbero una relazione
amorosa. (…) Hugh Montgomery e il suo amico Battista
Montini fraternizzarono con alcune persone di carattere particolarmente
eccentrico, tra le quali vi era il visconte Evan Tredegar, un aristocratico
convertito al Cattolicesimo, che era Ciambellano Privato di Papa
Benedetto XV.


Il visconte si divertiva a solleticare i suoi amici (Montgomery e
Montini) con racconti sulle sue prodezze sessuali e
occulte, incluse le sue esperienze dirette in Messe Nere
con uso di
sangue umano, urina e sperma.

Con l’elezione di Pio XI, Tredegar (…) ritornò alla sua casa ancestrale nel
Galles, e si sposò. Secondo la testimonianza di un amico intimo, Tredegar
teneva una fotografia del giovane Montini “guancia a guancia con un
aitante marinaio”
, appesa al suo tavolo a fianco al letto, insieme ad
altre fotografie di dignità reali
»
(Cfr. Robin Bryans, “The Dust Has Never
Settled”, London. Honey Ford Press, 1992, p. 60).


Il 16 dicembre 1937, mons. Montini fu nominato Sostituto alla Segreteria di
Stato, sotto il Segretario di Stato cardinale Eugenio Pacelli.

Il 10 febbraio 1939, Pio XI morì, e il 2 marzo 1939, al successivo
conclave, venne eletto il cardinale Eugenio Pacelli, uomo timorato di
Dio, che assunse il nome di Pio XII.

Montini conservò il suo incarico alla Segreteria di Stato insieme a mons.
Domenico Tardini
, entrambi alle dipendenze del cardinale Luigi
Maglione.


Nel 1939, mons. Montini si trovava in Polonia come Legato pontificio.
Su questo periodo, Franco Bellegrandi (Cameriere di cappa e spada del
Papa) scrisse: «Il credo ideologico di mons. Montini lo ha portato, tra
l’altro, a odiare i tedeschi e la Germania, tanto da assumersi anche lui
la sua parte di responsabilità nello scoppio delle ostilità,
consigliando la Polonia ad aprire il fuoco contro l’esercito
germanico.


Lo storico Louis Marschalko, nel suo libro “The World Conquerors (The
real war criminals)”
(= I Conquistatori del mondo – i veri criminali di
guerra), così scrive: “Il 21 aprile 1939, mons. Montini, il Legato pontificio
in Polonia a quel tempo, disse al Conte Jean Szembeck che, se dovesse
la Polonia decidere di entrare in guerra, questa sarebbe stata una
guerra giusta e legittima
(il Conte Jean Szembeck, uno dei principali
funzionari del Ministero degli Esteri della Polonia, pubblicò il suo diario in
Francia con il titolo: “Journal 1933-1939”)». (Franco Bellegrandi, “Nichita
Roncalli – Controvita di un Papa”, Edizioni Eiles, Roma 1994, p. 82)


Durante la Seconda Guerra mondiale, mons. Montini organizzò il Servizio
Ricerche e Informazioni
per i prigionieri di ogni Paese, e
la Commissione per i Soccorsi, che diventerà poi la Pontificia
Commissione di Assistenza
(POA).


CONTINUARÁ...

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Message  Javier Dim 09 Juin 2019, 4:55 am

Origini ebraiche dell’apostata Giovanni Battista Montini


Capostipite della sua famiglia era Bartolomeo o Bartolino De Benedictis,
detto Montino. De Benedetti (Benedictis) è un nome tipicamente ebraico.

Quando Montini divenne antipapa, per tutto il suo antipontificato, portò
sull'abito pontificale l'"Ephod" del sommo sacerdote ebraico. Così ne
parlò l'abate Georges de Nantes, nel mese di ottobre 1970, sul suo mensile
"Contre Reforme Catholique" n.37, con un articolo intitolato "L'Amuleto
del Papa"
:

"In 'Paris Match' del 29 agosto, l'articolo di Robert Serrou, "Il prossimo
papa sarebbe francese?", è illustrato da una grande fotografia del papa e del
cardinale Villot. Guardo quei due volti chiusi nei quali è dissimulato il
destino della Chiesa... Ma, cosa c'è là, sul petto di Paolo VI, sotto la croce
pettorale? Strano gioiello che non mi sembra aver mai veduto a nessun papa!
L'oggetto deve essere d'oro, quadrato, ornato di dodici pietre preziose
disposte su quattro ranghi, tre a tre. E' sospeso in modo molto particolare a
un cordone che gira attorno assieme a quello cui è sospesa la Croce del
Cristo. Per descrivere l'oggetto, spontaneamente, ho usato le stesse parole
che, al capitolo ventotto dell''Esodo', descrivono l'Ephod del Sommo
Sacerdote Ebreo
!


Ecco dunque, sul cuore del papa, attaccato al suo collo, il "Pettorale del
Giudizio" che il Sommo Sacerdote Aronne e i suoi successori hanno dovuto
portare come ornamento rituale e le dodici tribù di Israele, "per ricordarle
senza sosta in presenza di Jahvè" (Es. 28, 29).

Paolo VI porta l'insegna di Caifa... Chissà da quando e perchè, e da chi l'ha
ricevuta? Il papa vuole significare che egli è l'erede diretto del Sacerdozio
levitico, come pontefice di una chiesa cattolica divenuta la nuova ed unica
Israele di Dio? Oppure prepara una restaurazione del Giudaismo come
la religione del monoteismo puro, del Libro più sacro, dell'Alleanza
universale?

Chi ha dunque il diritto tra noi di sapere se il papa, rivestendo l'Ephod di
Caifa, intende assumere l'antico culto ebreo nella Chiesa senza temere il
furore dell'Israele secondo la carne, o se ha il disegno di riportare le
Chiese cristiane al giudaismo universale
e di restaurare a
Gerusalemme il sacerdozio levitico?".

La prima di quelle fotografie dell’antipapa Montini con l'Ephod sul petto,
risale al 1964, pochi mesi dopo essere stato eletto invalidamente. Talvolta la
croce pettorale non c’è, mentre nelle visite ai luoghi santi, o santuari,
l'Ephod non manca mai.

CONTINUARÁ...

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Message  Javier Ven 14 Juin 2019, 1:36 pm

1939-1954

Nel 1939, il satanista scomunicato Giovanni Battista Montini, nelle sue attività segrete di agente massonico al servizio della sinarchia mondialista luciferiana, esortò e spinse alti ufficiali e politici polacchi, ad attaccare l’esercito tedesco e la Germania, per innescare la seconda guerra mondiale. Lo storico Louis Marschalko nel suo libro "The World Conquerors" (The real war criminals)” così scrive, in proposito, a pag. 276: "On April 21st, 1939, Monsignor Montini, the papal legate to Poland at that time, told Count Szembeck that according to the official view-point of the Vatican, should Poland decide in war, it would be a just and rightful war. (Count Jean Szembeck one of the leading officials of the Polish Foreign Office, published his diary in France under the title "Journal 1933-1939")".

Durante la seconda guerra mondiale, Montini fu un potente strumento nelle mani dell’OSS (Office of Strategic Services), ma anche come informatore dell’NKVD, l’agenzia di servizi segreti sovietica. Questa attività doppiogiochista e intrinsecamente perversa, indegna di un ecclesiastico, ovviamente la svolse in piena segretezza, mentre Pio XII era ignaro dell’ignobile tradimento dello scomunicato (ipso facto) massone e satanista Giovanni Battista Montini.

Il 22 agosto 1944 morì il segretario di Stato Vaticano, cardinale Luigi Maglione, e Pio XII non nominò un suo successore, ma si limitò per prudenza a nominare due ‘pro-segretari di Stato’: mons. Domenico Tardini e l’apostata G.B.Montini. Quest’ultimo, avendo maggiore potere, si impegnò ancora di più a tradire Cristo, il Papa, la Chiesa.

CONTINUARÁ...
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Message  Javier Dim 16 Juin 2019, 5:47 am

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pio XII assegnò a Montini il compito di aiutare a preparare l’Italia per una ordinata transizione politica, che includeva la ristrutturazione del nuovo Governo italiano, basato sul modello del Partito Democratico Cristiano.

Montini fu incaricato di dirigere una rete sotterranea per facilitare la fuga di rifugiati politici, incluso gli ebrei, fuori dall’Italia. Alla fine della guerra, queste “reti sotterranee” vaticane furono utilizzate per altri scopi, come la “Operazione Paperclip”, che trasferì scienziati di spicco tedeschi e austriaci negli Stati Uniti, in modo che non cadessero nelle mani dei Sovietici. Montini, inoltre, coordinava anche gli sforzi vaticani per assistere i prigionieri di guerra e le loro famiglie attraverso la Croce Rossa.

Per tutta la durata della guerra, Giovanni Battista Montini, diplomatico di giorno e intrigante di notte, lavorò in rapporti stretti con il personale alleato dei servizi di intelligence militari dell’Office of Strategic Services (OSS) (il precursore della CIA), come pure col personale di Intelligence britannico, e sovietico (Cfr. Linda Hunt, “Secret Agenda: The United States Government, Nazi Scientists and Project Paperclip”, 1944-1990. New York: St. Martin’s Press, 1991), contro i fascisti, i giapponesi e i nazisti. Montini fu il responsabile del reperimento delle informazioni di intelligence, ottenute dai Gesuiti in Giappone, (*Nota de Javier: lo cual explica por qué Montini, una vez hubo usurpado el trono pontificio, "recompensó" los favores del jesuita traidor Pedro Arrupe nombrándolo Superior de la Orden para destruir más efectivamente desde el interior a Ntra. Santa Madre la Iglesia. ¡Todo encaja perfectamente en el plan diabólico de estos desgraciados siervos de las tinieblas!) che servirono agli Alleati per individuare gli obiettivi strategici da bombardare (Cfr. Martínez, op. cit., p. 82).

L’Office of Strategic Services (OSS), in cambio, si impegnava a riempire la tesoreria vaticana con dollari, come pure le casse della mafia siciliana e della massoneria (che Mussolini aveva dichiarato fuorilegge, condannandola alla clandestinità), per accelerare l’invasione alleata in Sicilia. Un amico importante di Montini, nel periodo bellico, fu lo scapolo Sir Francis Godlopin D’Arcy Osborne, Ambasciatore Britannico in Vaticano, che aveva ricevuto questo incarico nel 1936.

Quando l’Italia entrò in guerra, alleata della Germania, Osborne e il suo staff e personale maschile della segreteria, maggiordomi e domestici, cercarono rifugio in Vaticano (Cfr. Owen Chadwick, op. cit., pp. 22-23): Osborne e Montini divennero amici stretti. Osborne descrisse mons. Montini come un eccellente diplomatico, anche se non dello stesso calibro del suo collaboratore alla Segreteria, mons. Domenico Tardini. Egli disse che Montini era un maniaco del lavoro. Personalmente, egli trovò Montini persuasivo, ma indeciso (Cfr. Owen Chadwick, op. cit., pp. 23-24). Da sempre protestante, che occasionalmente si occupava di occultismo, Osborne morì al di fuori della Chiesa Cattolica.

CONTINUARÁ...

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Message  Javier Sam 22 Juin 2019, 6:18 am

Negoziati segreti con i comunisti.


Agli Alleati che consigliavano a Stalin una politica più accondiscendente
verso il Vaticano, il dittatore rispose: «Di quante divisioni dispone il Papa?».

Ma in Vaticano vi era chi aveva tentato segretamente di instaurare rapporti
con l’Unione Sovietica, malgrado la posizione ufficiale anti-comunista dei
Papi Pio XI e Pio XII.

Mariano Rampolla del Tindaro, compagno di studi di Montini
all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici, e suo amico assai amato e stimato
, fu
organizzatore e protagonista di un incontro riservatissimo con uomini
di fede comunista
, per le eventuali relazioni diplomatiche tra Vaticano e
Unione Sovietica. L’incontro avvenne nell’agosto 1938, con gli esponenti
del Partito Comunista Italiano, Donini e Sereni, nella Certosa svizzera
della Valsainte tra i monti, lontano dai confini italiani.

Mons. Rampolla chiese agli interlocutori se il Partito fosse disposto a
sondare il terreno a Mosca, in vista di eventuali contatti tra Santa Sede e
governo sovietico, per la normalizzazione dei rapporti diplomatici. La
relazione stesa da Donini, e inviata ai dirigenti del Partito Comunista, non
fu presa in considerazione e non raggiunse il responsabile Palmiro
Togliatti
; forse - ritenne Donini - perché considerata sospetta. (Carlo
Cremona, “Piccola biografia di Paolo VI”, Grafica 7, Bagnolo Mella (BS) 1977, pp.
54-55.)


Nell’estate del 1944, quando la guerra stava per finire, l’apostata Montini
entrò in negoziati di alto livello con i comunisti italiani, per individuare il
ruolo che il Partito Comunista avrebbe avuto nel periodo post bellico. Il
suo obiettivo era quello di formare un’alleanza tra il Partito
Democratico Cristiano, i Socialisti e i Comunisti
(Cfr. Martìnez, op.
cit., pp. 81-82)
. Come riportato da Martìnez, il 10 luglio 1944, vi fu un
incontro tra mons. Montini, che agiva all’insaputa di Pio XII, e
Palmiro Togliatti, il capo indiscusso del Partito Comunista Italiano, che
era da poco tornato a Roma, dopo 18 anni di esilio in Unione Sovietica (Cfr.
Martìnez, op. cit., pp. 81-82)
. Questo fu il primo contatto tra il Vaticano e
un leader del Comunismo. Fu abbozzato un piano per fornire da base per un
accordo tra il Partito Democratico Cristiano, i Socialisti e i Comunisti,
che avrebbe conferito ai tre Partiti il controllo totale in un
qualsiasi governo post bellico in Italia. Il piano, inoltre, definiva le
condizioni per future collaborazioni tra la Chiesa Cattolica e
l’Unione Sovietica
(Cfr. Martìnez, op. cit., pp. 81-82. Vedi Document JR
1022 rilasciato dall’OSS, Washington, D.C. Office. Vedi Piers Compton, “The
Broken Cross”
, pp. 51-52).


L’altro tentativo di instaurare rapporti tra il Vaticano e il governo sovietico,
avvenne nel 1945, alla vigilia della Conferenza di Yalta, ad iniziativa proprio
di mons. Montini: un incontro tra Montini e il comunista Eugenio Reale,
allora sottosegretario di Stato al Ministero degli Esteri. Lo stesso Reale
riferisce l’argomento del colloquio: se fosse possibile un colloquio tra sua
Santità e il capo del Partito comunista (Togliatti). «Ci siamo lasciati
conclude il resoconto di Reale - nell’intesa che se Togliatti avesse accettato
l’idea di una visita al Papa, io sarei tornato da mons. Montini per fissarne la
data e le modalità».
Sembra che questo contatto non abbia avuto sviluppi
(Cfr. Carlo Cremona, “Piccola biografia di Paolo VI”, Grafica 7, Bagnolo Mella (BS)
1977, p. 55).


CONTINUARÁ...

L’antipapa scomunicato Paolo VI, massone e satanista. (En Italiano) 245px-Cardinal_Rampolla El despreciable masón cardenal Rampolla facilitó las "relaciones secretas" entre el apóstata Montini y los comunistas.
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Message  Javier Ven 28 Juin 2019, 5:57 am

1954-1958

Il comunista Giovanni Battista Montini, viene in parte scoperto.

(da “Chiesa viva” *-"Chiesa viva" es la revista fundada por el Padre Luigi Villa- n.441; pagg. 21-22):


“All’insaputa dei contatti segreti tra mons. Montini e i capi del Comunismo
italiano, Pio XII, per i loro anni di servizio alla Santa Sede, tentò di
ricompensare mons. Montini e mons. Tardini con il cardinalato, in un
Concistoro segreto del 1952, ma entrambi, rispettosamente, declinarono
l’onore (l’ultimo Concistoro del Pontificato di Pio XII, ebbe luogo il 12
gennaio 1953). Questo significò che Montini non era un membro del
Collegio dei Cardinali, e pertanto non poteva essere considerato candidato al
Papato nel 1958, nel conclave che elesse invalidamente Roncalli.
Ma la stima di Pio XII per mons. Montini crollò in un sol colpo, quando
il Pontefice lesse le prove inconfutabili del suo tradimento nei confronti
della sua politica anti-comunista.


Ormai questo tradimento appartiene alla storia!

Si era nel 1954, quando Pio XII era già provato dalla malattia e indebolito
dalla vecchiaia. Il Colonnello Arnauld, Brigadiere Generale del
Deuxième Bureau (il Servizio d’Intelligence francese), dopo aver dato le
dimissioni dal Deuxième Bureau, si recò a Roma, chiamato da Pio XII, che
gli offrì di diventare il suo agente personale. Il Colonnello accettò, prestò
giuramento al Pontefice, e iniziò la sua nuova missione.

Nel corso di un suo giro all’Est, entrò in relazione con il Vescovo luterano
di Uppsala, Brilioth, Primate di Svezia, che, aveva molta stima di Pio
XII. Nel corso di uno di questi suoi incontri (verso l’estate 1954),
l’arcivescovo di Uppsala, improvvisamente, disse al Colonnello:

«Le autorità svedesi sanno benissimo che il Vaticano ha relazioni
con i sovietici»!


Rientrato dalla sua missione, il Colonnello interrogò Pio XII, il quale, assai
stupito della cosa, chiese al Colonnello di riferire a Brilioth che il
Vaticano non aveva alcuna relazione con i Sovietici.

Ma al suo ritorno in Svezia, il Colonnello Arnauld si vide consegnare
dall’arcivescovo di Uppsala una busta sigillata, indirizzata a Pio XII, con la
preghiera di rimetterla solo nelle sue mani, senza farla conoscere a nessun
altro in Vaticano.

Gli disse solo: «Questa busta contiene le “PROVE” delle relazioni
che il Vaticano ha con i Sovietici”.


Giunto a Roma, il Colonnello consegnò la busta a Pio XII, che la lesse in
sua presenza, tutto sbiancato in volto.

In breve: l’ultimo testo ufficiale, firmato dal pro-Segretario di Stato mons.
Montini è datato: 23 settembre 1954 (Cfr. CRC, 97, ottobre 1975, p.12).

Il 1° novembre 1954, Pio XII allontanava dalla Segreteria di Stato,
mons. Montini.


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Message  Javier Mer 03 Juil 2019, 5:12 am

Da altre informazioni si sa che, in quel tragico autunno del 1954, Pio XII aveva anche scoperto che il suo pro-Segretario di Stato mons. Montini “gli aveva nascosto tutti i dispacci relativi allo scisma dei Vescovi cinesi”, il cui caso si andava aggravando.

Il 1° novembre 1954, Montini venne nominato Arcivescovo di Milano. La consacrazione ebbe luogo a Roma, il 12 dicembre 1954, da parte del card. Eugéne Tisserant.

Ma perché consegnare la diocesi più grande del mondo ad un traditore del Papa?

La vera ragione la conobbi in un mio “incontro” personale con il Generale G. Leconte, dei “Servizi Segreti” francesi. Il Generale mi parlò, prima, di molte cose attinenti l’infiltrazione massonica della Chiesa d’oggi, poi, improvvisamente mi pose questa domanda: «Lei crede che anche Paolo VI sia massone?»… e senza attendere una mia risposta, mi passò un libro di Carlo Falconi, “Vue et entendu au Concile”, edito prima che Montini diventasse Papa; e mi mostrò un “passo” del libro, a pagina 69, in cui si dice che un pezzo grosso “33” della massoneria, assicurava che anche Montini “serait inscrit dans un Loge maçonnique” (“era stato iscritto alla massoneria”)!

Infine, mi narrò la vicenda dell’allontanamento di mons. Montini dalla Segreteria di Stato da parte di Pio XII, perché realmente lavorava per la Russia, all’insaputa del Papa e, quindi, tradendolo! Sta di fatto che Montini, vivente ancora Pio XII, non varcò mai più le soglie del Vaticano!”. Il card. Eugéne Tisserant aveva un archivio, continuamente aggiornato, che conteneva le “Lettere” di mons. Montini che segnalavano al K.G.B. sovietico nomi di Sacerdoti e Vescovi, che Pio XII inviava clandestinamente in Unione Sovietica tra i cattolici oppressi e perseguitati. Tutte le persone inviate venivano inspiegabilmente e sistematicamente catturate, uccise o inviate nei lager sovietici.

All’ultima mia domanda: «Ma allora, perché Pio XII lo mandò a Milano, sede prestigiosa e cardinalizia, dopo averLo “tradito”»? Il Generale mi rispose, sorridendo:

«No! non fu Pio XII a mandarlo a Milano! Noi abbiamo qui un altro “dossier”, che porta la scritta: “Cardinal Pizzardo”, in cui ci sono documenti che parlano diversamente! Del resto, anche Lei avrà notato che Pio XII non lo ha mai elevato al rango di Cardinale, benché Milano fosse tradizionalmente sede cardinalizia, per cui Montini si trovò come scartato dalla Curia Romana e allontanato, definitivamente, da quello stesso Papa su cui Egli aveva esercitato non poca influenza; e fu escluso dal futuro Conclave, perché Pio XII era risoluto a non farlo più entrare nel Sacro Collegio! Perfino la consacrazione ad arcivescovo, dopo la Sua nomina, fu quasi ignorata da Pio XII!».

Al termine del colloquio, il Generale mi inviò dal Colonnello Arnauld, il quale mi confermò che Montini teneva oscuri rapporti, clandestini,
di propria iniziativa, con la Russia e certe altre Potenze dell’Est, per cui Pio XII lo “espulse” dalla Segreteria di Stato. Poi, mi disse che Pio XII dovette cedere che Montini fosse mandato a Milano, ma che non Lo fece Cardinale, non Lo accettò più in udienza, (benché Pio XII campasse ancora quattro anni!), e che fece comprendere, più volte, ai Cardinali, che Egli non L’avrebbe voluto Suo successore!


Come si vede, qui non si tratta di “rivelazioni di Stato”, perché negli “Archivi Francesi” c’è ancora tutto quello che io ho udito, di persona, sul “caso” Montini! (Cfr. Luigi Villa, “Paolo VI beato?”, Editrice Civiltà, Brescia 1998, pp. 205-210).

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Message  Javier Dim 07 Juil 2019, 4:56 am

Sui “rapporti oscuri, clandestini e di propria iniziativa”, di mons. Montini, però, esiste anche la fonte dell’archivio del card. Tisserant. Questo era un archivio continuamente aggiornato, contenente “documenti” di valore storico e anche di delicatezza esplosiva, tra cui anche il “credo” marxista dell’allora mons. Battista Montini, il quale, nel 1945, si era legato in amicizia con Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano, appena rientrato dall’Unione Sovietica. (...) Attraverso i circoli protestati dell’Università di Uppsala e legami con l’ortodossia russa, mons. Montini faceva sapere al Cremlino che «... non tutta la Chiesa e non tutto il Vaticano approvano, per il futuro, gli indirizzi di Papa Pacelli».

Ebbene, nell’archivio del card. Tisserant, c’erano anche i “rapporti segreti” che furono consegnati a Pio XII dal Colonnello Arnaud. (...) Il dossier ad hoc è costituito, soprattutto, da “Lettere” di Montini che segnalavano al K.G.B. - la polizia segreta sovietica - anche nomi e movimenti sacerdotali - specie “gesuiti” - che esercitavano clandestinamente il ministero sacerdotale tra le genti oppresse e perseguitate dei paesi comunisti.

Pio XII non sapeva spiegarsi la causa del terribile dramma della sistematica scomparsa dei sacerdoti inviati clandestinamente in Russia, se non con l’esistenza di una “spia” nascosta in Vaticano. Allora, incaricò dei poliziotti segreti, travestiti da monsignori, che scoprirono, in atto di fotografare “documenti segreti”, il gesuita Alighiero Tondi, uno della cerchia di Montini, anzi il suo consigliere speciale.

Interrogato, fu identificato come un agente del K.G.B., istruito da Mosca, e che dal Vaticano trasmetteva al suo capo, in URSS, i “documenti” che fotografava negli archivi vaticani.

Dall’accurata inchiesta, risultò che era lui a passare ai suoi superiori sovietici anche la lista dei Vescovi e dei Sacerdoti clandestini colà inviati da Pio XII, i quali, per questa delazione, venivano arrestati, uccisi o fatti morire nei lager sovietici!

È un fatto, questo, di gravità estrema, forse unica! Certo un agire da assassini! Pio XII, dopo queste “rivelazioni” ebbe un collasso e fu costretto a letto per molti giorni.

Tuttavia dispose subito per una immediata espulsione di Montini dall’ufficio che aveva equiparato a “Segretario di Stato”. (Cfr. Luigi Villa, “Paolo VI - processo a un Papa?”, Editrice Civiltà, Brescia 1999, pp. 239-241).


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Montini, Tisserant y Tondi, desgraciados hijos de p...!!! No me callo, miserables, no me puedo callar, sois escoria, vendidos al demonio y traidores de Cristo y de Su Iglesia! Sed anatema por los siglos de los siglos, chacales miserables!!!
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Message  Javier Ven 12 Juil 2019, 11:11 am

Inoltre, Pio XII, «nell'ottobre del ’54, venne a conoscenza del rapporto segreto di quell' arcivescovo di Riga, incarcerato dai sovietici, il quale affermava che “c'erano stati in suo nome [di Pio XII], contatti coi persecutori da parte di un'alta personalità della Segreteria di Stato” (Cf. Courrier de Rome, giugno 1975 n. 145). Per il tradimento di Montini, scrive mons. Roche (segretario del card. Tisserant), “l'amarezza [di Pio XII] fu così viva, che la sua salute ne risentì, ed egli si rassegnò a governare da solo gli affari esteri vaticani.»

Anche il bollettino della ‘Contrereforme Catholique’ (n° 97, p. 15), parla della questione: “L’inchiesta fece scoprire nella cerchia di mons. Montini un traditore, il gesuita Alighiero Tondi, il quale, nel corso di un drammatico confronto col card. N., riconobbe di aver dato ai sovietici i nomi dei preti inviati clandestinamente in URSS, e che [a seguito della delazione] erano stati tutti arrestati ed uccisi. È noto che il Tondi, sposato [prima civilmente e poi] religiosamente [con l'attivista comunista Zandi, dopo varie vicissitudini e la morte della moglie] ritroverà "lavoro" a Roma nel 1965, col favore di Montini, ormai Paolo VI”.

Può l'accordo Roma-Mosca effettuato dall’antipapa Roncalli (‘Accordo di Metz’, di cui abbiamo già trattato nel libro sull’antipapa Giovanni XXIII), e confermato successivamente da Montini, definirsi solo errore diplomatico o politico? Certamente no. Basta riflettere sul prezzo religioso dell'accordo, e su ciò che Roma ha ottenuto - l'insignificante presenza di alcuni osservatori ortodossi, sorvegliati dal KGB, concedendo in cambio: il silenzio della Chiesa su “quella nefanda dottrina del così detto comunismo, contraria sommamente allo stesso diritto naturale, la quale, una volta ammessa, porterebbe al radicale sovvertimento dei diritti, delle cose, delle proprietà di tutti, e della stessa società umana”. Pio IX (‘Qui pluribus’; ‘Syllabus’); su “la peste distruttrice, la quale intaccando il midollo della società umana, la condurrebbe alla rovina” (Leone XIII, ‘Quod Apostolici muneris’).

Su quel “pericolo” che minaccia di precipitare “popoli interi... in una barbarie peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte dei mondo all'apparire del Redentore”; su quel “satanico flagello” nel quale “non vi è posto per l'idea di Dio, non esiste differenza fra spirito e materia, tra anima e corpo; non si dà sopravvivenza dell'anima dopo la morte” e che “spoglia l'uomo della sua libertà, principio spirituale della sua condotta morale, toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l'assalto degli stimoli ciechi” (Pio XI, ‘Divini Redemptoris’); su l’ “iniquità... che mira a strappare la fede a quegli stessi ai quali promette il benessere materiale” (Pio XII, Enc. ‘Menti nostrae’ 1950).

L'impegno preso e mantenuto da quei prelati apostati, fu la rinunzia alla missione della Chiesa, un tradimento all'umanità, a Dio, alla Chiesa stessa; questa pagina nera della storia della Chiesa resterà, come scrive Jean Madiran (Présent, Parigi), “la vergogna della S. Sede nel secolo XX”.

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